Se non riesci a recuperare i tuoi crediti aziendali è perché sicuramente potresti trovarti in una di queste situazioni.

  1. Hai agito troppo tardi

Nell’azione di recupero crediti è fondamentale il tempismo.

Probabilmente non sei riuscito a recuperare il tuo credito perché hai iniziato l’azione di recupero troppo tardi.

Nella maggior parte dei casi il debitore ha debiti anche con altre persone o aziende e, quindi, se ci sono i presupposti per iniziare l’azione di recupero, specialmente quella giudiziale, meglio iniziarla un po’ prima piuttosto che un po’ dopo!

Questo perché, partendo dal presupposto che il mancato pagamento di un credito deriva da una certa scarsità di risorse finanziarie spesso accompagnata da un disordine organizzativo, se altri creditori si fanno avanti prima di te il tuo debitore potrebbe esaurire le risorse prima di soddisfare il tuo credito, almeno nell’immediato.

Non è un caso se da un’indagine statistica della Cribis D&B di cui parlo in un altro articolo di questa sezione

https://www.studiolegaleborghesi.com/2018/11/17/indagine-cribis-db-in-tema-di-insoluti-aziendali-e-ritardi-nei-pagamenti/

è emerso che una delle principali soluzioni adottate dalla maggioranza delle aziende per affrontare il problema degli insoluti è proprio quella di anticipare l’azione di recupero.

clicca qui se ti interessa il rapporto completo https://www.cribis.com/media/79659/pagamenti_cosa-dicono-le-aziende-italiane_2017.pdf

Quindi, uno dei motivi per cui non riesci a recuperare i tuoi crediti aziendali è perché potresti trovarti in questa situazione.

  1. Hai concesso dei tempi di pagamento troppo lunghi

La seconda situazione ricorrente è strettamente connessa alla prima e provoca un effetto a cascata.

Già, perché se a monte concedi ai tuoi clienti dei tempi eccessivamente lunghi per i pagamenti, tutta la procedura di verifica dell’insoluto, sollecito di pagamento, attesa di eventuali tempi di messa in mora, conclamarsi della situazione di insoluto, si sposta automaticamente troppo in avanti e si ricade nel caso di cui al punto 1.

 

  1. Non hai agito correttamente dal punto di vista contrattuale e quindi ti ritrovi a subire eccezioni d’inadempimento o opposizioni a decreto ingiuntivo

Se non hai agito bene dal punto di vista contrattuale potresti subire le eccezioni d’inadempimento del debitore che potrebbero porsi anche a fondamento della sua opposizione all’ingiunzione.

Cosa intendo con “non hai agito bene dal punto di vista contrattuale”?

Essenzialmente due cose:

1) potresti essere a tua volta inadempiente, ad esempio avendo fornito merce con vizi o se la tua obbligazione era di fare potresti non averla eseguita del tutto correttamente;

2) nel contratto potrebbero essere state inserite clausole a te sfavorevoli che ti limitano nell’azione (e qui richiamo all’assoluta importanza di fare contratti ben pensati!!!!)

Entrambe le situazioni pongono un ostacolo, talvolta insuperabile, all’azione di recupero del credito.

Mi spiego meglio.

Quanto alla prima situazione, nel caso in cui una parte sia inadempiente (come nel caso in cui, per esempio, il venditore consegni merce difettosa) l’altra parte (in questo caso chi deve pagare) può rifiutarsi di farlo mediante la c.d. eccezione d’inadempimento ed il suo rifiuto è perfettamente legittimo perché previsto da una precisa norma di legge, l’art. 1460 codice civile.

Quanto alla seconda situazione, rimandando ad altri articoli gli approfondimenti in materia di redazione di contratti, è sufficiente qui rappresentare che potrebbero essere state inserite nei contratti alcune clausole che favoriscono un contraente a discapito dell’altro e, quindi, all’atto della redazione e prima della sottoscrizione dei contratti è buona norma sottoporli a revisione da parte di un professionista competente.

Ebbene, come possono queste situazioni riverberare a sfavore del creditore?

Nel caso in cui l’azione di recupero venga fatta giudizialmente mediante ricorso per decreto ingiuntivo (rimando all’articolo sulla spiegazione di come si svolge l’azione di recupero https://www.studiolegaleborghesi.com/2018/11/17/come-si-svolge-il-recupero-dei-crediti-aziendali/) il debitore potrebbe far valere questo tipo di eccezioni “impugnando” il decreto ingiuntivo mediante proposizione di una causa di opposizione.

La causa di opposizione è una causa ordinaria – quindi talvolta assai lunga – nella quale si svolge una complicata fase istruttoria in cui le parti devono dimostrare le loro ragioni e termina con una sentenza.

E’ ovvio, quindi, che il creditore che ricade in queste situazioni subisce, nella migliore delle ipotesi, un grandissimo ritardo nell’esercizio dell’azione di recupero con le conseguenze già spiegate.

 

  1. Il tuo debitore non ha nulla da perdere

Questa situazione è un po’ il problema dei problemi.

Infatti puoi essere stato tempestivo, aver fatto tutte le azioni del caso, non aver subito eccezioni o cause di opposizione, ma se il tuo debitore non ha alcun bene mobile, immobile oppure crediti da potere aggredire mediante un pignoramento, difficilmente l’azione di recupero potrà avere esito positivo.

 

Ma vediamo come si possono arginare queste situazioni ed avere soddisfazione, in tutto o almeno in parte, dei crediti insoluti.

Vero è che la società debitrice potrebbe non avere alcun bene intestato o crediti da poter pignorare ma talvolta non bisogna disperare.

 

Se si tratta di società di persone (società in nome collettivo e società in accomandita semplice, per esempio), le persone fisiche dei soci (tutti nel caso della s.n.c., solo gli accomandatari nel caso di società in accomandita semplice), sono responsabili in proprio con tutto il loro patrimonio personale per le obbligazioni sociali. Quindi, dopo aver tentato il pignoramento alla società con esito negativo, possono essere pignorati i beni dei soci!

 

Fuori da questi casi, qualora ci fossero garanti della società, ci si può rivalere sul patrimonio di questi.

 

Un’altra azione che si può intraprendere nei confronti di una società debitrice dopo avere ricevuto esito negativo da un pignoramento e/o da un’analisi patrimoniale, è l’istanza di fallimento, qualora tale società rientri nei parametri fallimentari: capita non di rado che per evitare il fallimento, un terzo possa intervenire per saldare in tutto o in parte il debito della società.

 

Quando nessuno di questi rimedi posti per così dire “a valle” di un rapporto debitorio può essere esperito, la società creditrice che ha subito l’insoluto può valutare di recuperare fiscalmente la posizione.

https://www.studiolegaleborghesi.com/2018/12/02/quando-e-possibile-dedurre-a-bilancio-le-perdite-su-crediti-quali-sono-i-presupposti/

Ai fini di una migliore gestione finanziaria e pratica dell’attività di recupero crediti non bisogna sottovalutare l’opportunità di convenzionarsi con lo studio legale di propria fiducia. La convenzione può essere parametrata per soddisfare al massimo le esigenze del cliente al fine di evitare sorprese ed ottenere un controllo finanziario di tutta l’attività.

 

Ma cosa può fare la tua azienda “a monte” per arginare in tutto o almeno in parte il fenomeno degli insoluti?

Le migliori pratiche insegnano che “prevenire è meglio che curare” e che per arginare il fenomeno degli insoluti si può agire su alcune leve:

1) effettuare un più attento monitoraggio dei clienti;

2) prevedere una fase di recupero crediti anticipata;

3) anticipare quanto più possibile i termini di pagamento (anche se spesso è difficile data la situazione economica generale);

4) effettuare strategie di gestione su misura del cliente;

5) prevedere protocolli interni di gestione dei pagamenti;

6) utilizzare rapporti informativi prima di accettare un nuovo cliente.

 

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